I “superfood”: alimenti miracolosi?

Cosa sono gli “alimenti funzionali” e che impatto hanno sulla salute umana

I superfood sono alimenti di origine vegetale, in particolare frutta e cereali, diventati famosi a partire dalla fine del secolo scorso (sebbene il primo utilizzo del termine si sia presentato già negli anni della Prima Guerra Mondiale).
Secondo la definizione, tali nutraceutici sono ricchi di sostanze benefiche il cui consumo è correlato con effetti benefici sulla salute umana: tali fitochimici possono avere effetti antiossidanti, antiinfiammatori, antibatterici, depurativi, stimolanti, rilassanti, energizzanti, digestivi, ecc.

Alcuni esempi di questa categoria, divenuti famosi negli ultimi anni, sono le bacche di Goji, l’avocado, i frutti rossi, le bacche di Acai, l’acqua di cocco, le alghe (es. alga spirulina), il caffè verde, il the matcha, oppure cereali alternativi come quinoa, amaranto, semi di chia; ancora, il cacao, il ginseng, lo zenzero o il guaranà, la canapa, spezie quali curcuma, e alcuni tipi di funghi. E la lista si allunga.

Il successo di questi alimenti è stato determinato principalmente dal marketing sfrenato che si è costruito per incrementarne la vendita, proponendo questi alimenti come miracolosi, panacea di ogni disturbo e/o malattia. Motivo per cui, dal 2007, l’Unione Europea ha vietato l’utilizzo del termine nella vendita di tali prodotti, se non sostenuto da ricerche scientifiche accreditate e riconosciute.
La stragrande maggioranza di questi alimenti miracolosi, infatti, contiene tali micronutrienti (quali vitamine e minerali), ma essi si trovano in concentrazioni simili anche in altri alimenti, meno rari ed esotici, più economici e meno pubblicizzati. Un esempio? I polifenoli della Bacca di Acai, palma dell’America centro-orientale, sono contenuti in quantità simili nei comuni mirtilli.

Nonostante ciò, le proprietà di tali alimenti non sono fittizie, ma vanno però ridimensionate: non ha senso assumere frullati e/o pillole di “superalimenti” se poi si conduce uno stile di vita sedentario, con un’alimentazione sbilanciata, ipercalorica, priva di frutta e verdura; così come non ha senso integrare tali nutraceutici se poi si adottano pratiche lesive come abuso di alcol e/o fumo. Inoltre, ogni individuo è unico e diverso da tutti gli altri: numerosi studi dimostrano che non tutti i nutrienti interagiscono allo stesso modo in diversi soggetti, soprattutto se sovrappeso o obesi: la capacità di un alimento nel modulare l’espressione dei geni varia in base allo stato di salute della persona che lo consuma.

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Dott.ssa Lisa Orsomarso

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